Si infiamma il caso Sea Watch. Matteo Salvini minaccia l’Unione e avverte: Se non interviene non identifichiamo i migranti che possono andare dove vogliono.
Il caso Sea Watch è diventato un caso diplomatico a livello europeo. Dopo che il capitano della nave ha deciso di forzare il blocco, la questione ha assunto un carattere internazionale. Una nave che batte bandiera olandese di un’Ong tedesca si trova davanti a un porto italiano. E il problema dei migranti dovrebbe essere affrontato da tutti i paesi europei.
Caso Sea Watch, Matteo Salvini minaccia l’Ue: “Si faccia viva o non li identifichiamo”
Per questo motivo Matteo Salvini ha deciso di chiamare in causa non solo l’Olanda, ma anche tutti i paesi dell’Unione europea.
“L’Ue si fa viva solo quando c’è da batter cassa. Non vorrei ricorrere a non identificare i migranti che sbarcano in Italia così che se ne possano tranquillamente andare in altri Paesi europei“. Una minaccia velata ad Austria e Francia, che a fatica controllano le frontiere terrestri.
“Sea Watch ha fatto la sua battaglia politica sulla pelle di 42 persone. In 15 giorni sarebbero arrivati in Olanda due volte. Hanno rifiutato i porti sicuri più vicini. Ong aiutano trafficanti di esseri umani”, ha poi scritto Salvini con un messaggio sul suo profilo Twitter.
Migranti, Matteo Salvini sulle orme di Orban: Non escludiamo barriere fisiche
Il leader della Lega ha poi parlato della rotta balcanica ammettendo di essere disposto a prendere in considerazione anche la costruzione di barriere fisiche.
“Si è riaperta la rotta balcanica, a luglio partiranno i pattugliamenti misti con gli sloveni, ma se il flusso non dovesse arrestarsi, a mali estremi estremi rimedi: non escludiamo la costruzione di barriere fisiche alla frontiera come fatto da altri Paesi europei”.